I libri di Antonia Occhilupo
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di Gaetano Gorgoni


di Francesco Greco



Martedì 09 Marzo 2021, il Circolo dell'Amicizia San Pio X Modena sul settimanale "Eccoci".

"Non Uccidere il coraggio" di Antonia Occhilupo: un viaggio nella memoria del Salento dagli anni 50 fino ad oggi;  un inno alla vita e alla forza femminile.

 

"Non Uccidere il coraggio" è prima di tutto un viaggio nella memoria del Salento dagli anni 50 fino ad oggi;  è un caleidoscopio di ricordi e aneddoti essenziali nel dipanarsi dell’intreccio narrativo, costruito su flashback che rievocano l’autenticità della vita contadina di un tempo e i momenti storici che hanno cambiato il modus vivendi del profondo Sud. Ma il libro è anche un inno alla vita e alla forza femminile.

Protagonista principale del romanzo Non uccidere il coraggio è proprio il “coraggio” di Nella, il coraggio di una bambina la cui mamma era cresciuta in una dimora signorile, facendo la serva, il coraggio di affrontare e superare tante delusioni nei confronti dell’altro sesso in adolescenza, prendendo coscienza del suo essere donna in un mondo dominato dagli uomini, il coraggio di sposare un uomo molto più grande di lei e di accogliere un extracomunitario, già maggiorenne, offrendogli un futuro in Italia, il coraggio di tenere un segreto per evitare un dolore lacerante ad una persona amata, il coraggio di prendere di petto e vincere la malattia per ben due volte nella sua vita così travagliata, il coraggio di tante altre donne derise, sfruttate, stuprate, abbandonate alla nascita in un orfanotrofio. Il motto è “Non uccidere il coraggio” insieme a “Scegli la vita sempre, sempre”.



Martedì 16 febbraio 2021, il Circolo dell'Amicizia San Pio X Modena sul settimanale "Eccoci".

"Dobbiamo essere capaci di ritagliarci lo spazio sano della vita, della speranza e del sorriso. Il tempo patologico non deve mai soverchiare il tempo sano... E la speranza, il sorriso, il sogno non si arrenderanno mai anche ridotti a lumicino."
Martedì 16 febbraio 2021, il Circolo dell'Amicizia San Pio X Modena ha pubblicato su "Eccoci", il settimanale del Circolo, un Numero Speciale interamente dedicato all’11 febbraio 2021 Giornata Mondiale del Malato ed ha inserito un mio stralcio de Oggi è il mio domani - dal coma alla miastenia al timoma, grazie della sensibilità di Sergio Pozzi.
“Oggi è il mio domani, triplo salto mortale dal coma alla miastenia al timoma” è il titolo della mia vita, condensata nel mio libro autobiografico.
Il mutamento dal benessere alla malattia non è avvenuto pian piano, in punta di piedi. Sono passata dalla normalità alla patologia in un battibaleno, dalla luce della vita al buio del coma, dalla pacatezza della salute alla deflagrazione del tumore, attraversando il limbo della miastenia.



Donne in cerca della loro Itaca - di Francesco Greco, 12 agosto 2020

Giornale di Puglia

Il caso ha voluto che ricevessi “Il Richiamo” (Lupi editore, Cosenza 2020, pp. 256, euro 15,00) quarto romanzo di Antonia Occhilupo, subito dopo la fine del lockdown. Avevo alcuni viaggi in sospeso, e così l’ho letto fra un treno e l’altro.
Pensandoci su, la password per entrare nel romanzo è proprio il viaggio. Cos’è infatti la parabola di Giuseppina e Jolanda, sorella di latte, le protagoniste e del gineceo che si muove intorno a loro, se non una continua “anabasi”, un susseguirsi di “nostoi” fra passato e presente, un’osmosi continua, incursioni nella memoria sullo sfondo della guerra e delle guerre (con tutti gli orrori, i lager) e delle lacerazioni che provoca, lutti difficili da elaborare, ferite che mai si rinchiudono?
Un’ansia di radici, di appartenenza, di condivisione, di un senso da dare alla propria vita. E’ come se la scrittrice pugliese intingesse nel tè le madeleine di Proust, o, sulle rive del Mediterraneo (“La mia ninna nanna è stata la sinfonia in crescendo delle onde”), bagnasse nell’acqua di mare a mò dei marinai fenici le frise per ricordare snodi esistenziali, lo spirar del vento, i moti dell’anima (“Mi ero seduta sulla poltrona della nonna, quasi a sorbire i suoi silenzi e le sue lacrime cristallizzate, mai più versate”).
Giuseppina è personaggio drammatico, da tragedia greca, una Penelope tre millenni dopo (“prendevo il sole sulla terrazza, sognando di viaggiare per terre e mari lontani”), tesse paziente la tela, ma a differenza della moglie di Ulisse, si guarda bene dal disfarla. Non può farlo perché è un personaggio ascrivile a un neo-umanesimo gravido di orizzonti che anelano a un uomo nuovo e a una civiltà superiore.
   Le continue citazioni del mondo classico, greco e latino, stanno lì a significarlo. Lei studia al Dams, crede nel potere salvifico del logos, della parola, della conoscenza quale presupposto di un mondo nuovo.
E anche in questo romanzo, torna una costante del realismo magico e visionario della Occhilupo: la complicità fra donne, la loro forza dirompente, la potenza escatologica della loro energia. Sottinteso, un matriarcato di cui non si vuole prendere atto, e di cui l’uomo ha paura: da Lisistrata a Didone, fino alle streghe del Seicento e alle donne del Novecento contadino.
In un romanzo sospeso fra sociologia e antropologia, in cui in controluce appare la solida architettura socio-economica del Novecento al Sud, prosegue il lavoro sulla lingua recuperando termini arcaici e ricchi di storia, in cui i personaggi sono quasi schiacciati dal fato, gli uomini sono fragili, tormentati, come i personaggi di Dostoevskij.     



Storie di donne sotto il caldo sole salentino ne «Il richiamo» - Giuseppe Pascali, 10 luglio 2020

Salentoinlinea.it

Storie di vita, di richiami e di ritorni. Antonia Occhilupo torna a parlare di donne, e questa volta lo fa scegliendo il sole caldo di Santa Cesarea e le sue inconfondibili stradine dall'inconfondibile afrore sulfureo per ambientare il suo nuovo romanzo «Il richiamo» (Lupieditore). È una storia di partenze e ritorni quella in cui Antonia Occhilupo, medico la cui passione per la scrittura ha già regalato al lettore altre deliziose pagine (Oggi è il mio domani, Nobeldonne, Non uccidere il coraggio) oggi torna in libreria. Il romanzo ruota intorno a tre donne il cui filo conduttore è il richiamo che punteggia cronologicamente la vita di Giuseppina, la voce narrante, un’attrice di teatro di periferia, una girovaga del mondo per scelta, tra emigrazioni di popoli in cammino e memorie etno-storico-geografiche, poesia e letteratura, antropologia e psicologia. In primo piano, si avverte il continuo sforzo immane della realizzazione identitaria della protagonista, che scava nelle origini della sua famiglia, tentando di preservare quel microcosmo dall’oblio, in una realtà che cambia repentinamente e inesorabilmente, con il rischio di cancellare la sacralità delle radici ataviche della sua terra e del suo tempo. In questo intreccio, si collocano i ricordi di Julia, sua madre, con il richiamo del sangue, di Jolanda, la dolce sorella di latte, con il richiamo dell’amore, e di Justine, “ebrea saffica sopravvissuta”, come ama definirsi, con il richiamo della sua identità. La storia si dipana nella splendida Santa Cesarea Terme, dove Giuseppina torna a vivere con suo marito, dopo tanto peregrinare per le periferie del mondo, riappropriandosi delle sue forti radici, quasi un rafforzamento ancestrale, senza più timore di perderle. Con uno stile asciutto, scorrevole, immediato Antonia Occhilupo conferma la sua capacità di delicata narratrice di storie sussurrate e mai urlate. La sua terra d'origine, con le sue essenze, anche in questo nuovo lavoro sono una sorta di quinta scenografica in grado di colorare il narrato senza far perdere l'attenzione sulle vicende.


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